ANTICHI D€RIVATI FLOR€ALI
L’€uropa all’alba dell’anno 2015 si trova indiscutibilmente
in un “cul de sac”, dal quale sembra che, con i Trattati sottoscritti, sia impossibile
trovare una via d’uscita senza ulteriori danni all’economia. Per capire quanto
ci sta succedendo, è utile dare uno sguardo attento alla “storia bancaria”
dell’italica penisola e dell’Europa nei primi anni del 1600, anche se mi
vengono in mente le parole di Antonio Gramsci: “la storia insegna ma non ha
scolari”. Veniamo al punto e collochiamo il nefasto presente del fallimento
della banca “europea” Monte dei paschi di Siena, nel suo reale contesto storico
per capirne la dinamica del suo esponenziale potere e responsabilizzare storicamente i veri
artefici del “commercio del vento”.
Nei primi decenni del '600, grazie all’eccitazione
mercantile dovuta alla scoperta dell’America e all’introduzione sui mercati
europei di ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari,
provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli europei crearono
“la borsa valori e dei preziosi” di cui Amsterdam diventa il Centro propulsore.
Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida banca europea,
fondata nel 1472, diventa il più forte istituto finanziario dell’epoca, luogo
di incontro della finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle oligarchie
aristocratiche europee.
Nel 1593, il Monte dei Paschi di Siena finanzia Johannes Van
Bommel, un grande mercante dell’epoca. Il quale importa dalla Turchia i bulbi
di tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di inspiegabile però
accadde. Anche se da allora sono trascorsi più di 420 anni, seguita a rimanere
un mistero della mente umana. I tulipani diventano ben presto una specie di
feticcio della neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una gigantesca
febbre collettiva che invade tutta l’Europa. Gli storici e gli antropologi
inglesi hanno addirittura coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche
anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta gli individui a
speculare in borsa su “qualcosa di evanescente, che non esiste”. Poco a poco,
in tutto il continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano ben
presto un vero e proprio “social status”.
Dovunque, da Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla
lontana Varsavia, gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei bulbi
di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie di cambio locale,
gestite in appalto dal Monte dei Paschi di Siena. Al mattino si apre la
contrattazione ad Amsterdam e alle 15 partono a cavallo i corrieri con i
risultati del giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a negoziare i
titoli nelle diverse capitali.
Ben presto l?europa comincia a diventare più piccola e le
capitali entrano inn veloce contatto tra di loro, dando vita alle prime società
di trasporto continentali. Nel 1605 la domanda di bulbo di tulipano raggiunge
livelli vertiginosi di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi
e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di denaro su questo
fiore.
Nel 1623, un certo bulbo di tulipano, di un colore, magari
raro, arriva a costare il corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il
record viene toccato dal “Semper Augustus” che viene contraccambiato nel 1630
per la cifra vertiginosa di 100.000 fiorini, pari a 250.000,00 euro odierni. In
quell’anno, un certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte dei
Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che seduce l’intera Europa:
“la speculazione sui derivai (si trovano testi dell’epoca nella biblioteca
pelagia di parte guelfa a Firenze) con il termine “ commercio del vento” o
altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”. Il Monte dei Paschi
stampa dei contratti di assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura
presso una loro filiale di Londra, la quale
ne rivende a prezzo maggiorato il potenziale profitto di lì a sei mesi.
Chia acquista quel titolo, lo rivende ad un altro prezzo maggiorato e così via
dicendo, per cui uno stesso titolo di possesso di un bulbo tocca il record nel
1632 di 186 proprietari della stessa azione a prezzi completamente diversi: la
stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a seconda di quando è stata acquistata
e da chi.
La banca senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano
e raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre coltivate, creando una
massa finanziaria speculativa che nel dicembre del 1635 raggiunge una cifra
pari a 15 volte l’intera ricchezza reale europea.
Finché alla fine del 1636 alcuno aristocratici, bisognosi di
denaro in contanti per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello
cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637 quando l’ondata di
vendite si abbatte sul mercato provocando la più gigantesca catastrofe
finanziaria che sia mai stata registrata nella storia.
E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di
famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi di Siena attraverso
le guardie reali olandesi requisisce le loro proprietà immobiliari date in
garanzia per titoli di bulbi di tulipani che sulla carta valgono milioni ma che
in realtà si rivelano semplice carta straccia.
Nel solo mese di giugno del 1637, nella città di Amsterdam
15.000 persone sono travolte dal dissesto.
La città di Arnheim diventa un enorme cimitero e così la città di Hannover,
di Besancon, la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e l’Ucraina.
L’Europa è travolta dal crollo della finanza sui derivati.
Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre che rimangono incolte provocando
penuria e carestia nella popolazione. Nasce così la immensa ricchezza
patrimoniale del Monte deo Paschi di Siena +, che riesce a non fallire grazie
all’intervento del Vaticano che accordatosi con il re d’Inghilterra dichiara “
diabolici “ i contratti stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e
confisca i beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del diavolo”, di
cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria.
Nasce allora quella che con parole di oggi potremmo definire
“la decrescita felice” e che gli storici chiamano “genesi di movimenti
pauperistici europei”, un miriade di movimenti autonomi dei cittadini che si
contrappongono all’idea della finanza, del concetto di investimento del danaro
al consumo, agli status symbol, ed esaltano l’austerità identificando nella
povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Siena chiude tutte le sue filiali in
Europa e rientra in Italia con un guadagno complessivo netto in 30 anni
corrispondente alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene
suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche, delle signorie toscane e il
Vaticano.
...che dire ....è vita vissuta ma, sembra la strada che
ancora la finanza internazionale percorre, senza preoccuparsi minimamente delle
conseguenze, anzi ora più legittimata di prima, tanto da impossessarsi di posti
di potere assoluto nei governi degli Stati non uniti dell’area €... Stiamo già
assistendo al un turbinio di eventi che si rispecchiano nella
storia, essa stessa è ciclica ed insegna ma, proprio per questo la si
strumentalizza.
;-)