ANTICIPAZIONI DEL DEMANSIONAMENTO ...IN ATTESA DEGLI EFF€TTI DEL JOBS ACT!!
Domande e risposte dal blog:
Orizzonte48: COME FUNZIONA IL DEMANSIONAMENTO DEFLATTIVO (sullo...: PREMESSA- Come di consueto, "a futura memoria", e per vostra, (e anche mia), maggior comodità di "ritrovamento" in...
in effetti di
anticipazioni ne abbiamo infinite...
Sto monitorando con un
amico che lavora in Auchan il demansionamento in atto già da qualche mese, con
i dati che mi porta, abbiamo calcolato che mediamente lo stipendio è calato di
ben 200 € AL MESE ,(chi stava alla cassa ora taglia il prosciutto), ora non
tutti hanno avuto questo trattamento, anche se mi conferma che i quadri in "uscita"
non vengono più rimpiazzati, all'amico in questione NON hanno ridotto il
salario ma, gli hanno affibbiato una mansione con più responsabilità (senza
contare che gli hanno spostato l'orario diurno di lavoro dalle 3 di notte alle
9 del mattino, per 3 GIORNI alla settimana), quindi demansionamento al
contrario.
Nella saletta
dipendenti del'Iper in questione c'è un avviso in bella evidenza che invita
tutti i dipendenti: "dare la MASSIMA disponibilità ai Capi Reparto per
EVITARE IL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE a causa delle EVIDENTI DIFFICOLTÀ' DI
BILANCIO, in attesa dell'incontro sindacale con l'azienda (se se aspetta e
spera!)
Giusto per fare eco
anche su questo blog (il migliore per capire...) mi ha confidato che AUCHAN sta
VENDENDO prodotti alimentari scaduti cambiando L'ETICHETTA DELLA SCADENZA (roba
da denunzia ...ma nessuno si muove).
Continuando le mie
"indagini", essendo per il mio "STATO" di (ex)imprenditore
in CONCORDATO preventivo (già omologato), sono in contatto con COMMISSARIO
GIUDIZIALE, LIQUIDATORE GIUDIZIALE, NOTAI e PROFESSIONISTI vari, questi
confermano quanto sta succedendo, (parole loro "stanno distruggendo il
paese" anche se loro ci guadagnano), anche se secondo me non sono ben
coscienti (o disposti a capire ) del "v€ro" problema, in ogni caso si
difendono demansionando e licenziando i propri dipendenti
... ieri una
segretaria, di mia conoscenza, di un notaio (tra i più "grossi" nella
mia zona) mi ha confidato che il 60% delle impiegate è stata licenziata e che i
rimanenti lavoratori sono impiegati solo per 5 ore giornaliere...
Il "quadro"
della situazione, mi appare molto più grave di quanto la gggente percepisca
veramente perché, a parte esser "qui", confrontandomi con Commissario
e Liquidatore (sono riuscito fortunatamente a farmi, capire e "voler
bene"), mi raccontano di situazioni ormai "IMBARAZZANTI" perché
si rendono conto che anche imprenditori "meritevoli" di omologazione
non hanno possibilità di "salvarsi" e quindi inesorabilmente fallire,
perché sebbene il valore dei cespiti, automezzi, e rimanenze finali riescano a
sostenere i piani di rientro atti all'omologa concordataria, NON CI SONO
POSSIBILITÀ di VENDERE tali beni perché non c'è più NESSUNO che li compra.
A questo punto giusto
per "rincarare" la "dose" della gravità di questi fatti è
doveroso far sapere la la zona "DOC" di tanta "amarezza"...
BERGAMO il (fu) fiore all'occhiello dell'economia Lombarda
Scusa ma mi sento
meggiogiornificato e anche un po' "incazzato"... GRAZIE al + €uropa!!
...strano ma, adesso
che "so di essere un pig" mi interessa quanto sostiene Salvini in
patria e Marie "all'estero".
A questo punto la
traduzione "giusta" dovrebbe essere: PIGS = NAZIONALISTI.
grazie ;-)
Bravo...
Il demansionamento,
come si arguisce dai fatti (credo imponentemente diffusi) che evidenzi, si fa
sul "posto" (l'ex quadro sostituito dal dipendente di livello
inferiore il cui trattamento rimane inalterato) anzichè sul singolo dipendente.
Per quest'ultimo, i
modi di "deflazionarlo" sono molteplici:
a) riduzione di orario
(part-time "obbligatorio") e/o assorbimenti di trattamenti
straordinari nell'orario ex ordinario, mediante "ordini di servizio"
(a cui non c'è modo di opporsi se non si vuole essere licenziati tout-court);
b) aumento di
prestazioni orarie e del loro livello, a parità di trattamento-inquadramento
(l'altro versante della medaglia del "quadro" che non viene
sostituito una volta eliminato);
c) disdetta
generalizzata di contrallo collettivo (o non rinnovo a oltranza), sotto la
minaccia di un ormai inoppugnabile e irreversibile licenziamento collettivo;
d) per le imprese
maggiori, che ne hanno i requisiti, accesso aziendale, - complessivo o per
unità produttive spesso corrispondenti a società "controllate" create
ad arte-, ai vari ammortizzatori sociali (CIGS, in scadenza di rifinanziamento,
contratti di soldiarietà, altamente deflattivi dei trattamenti). Questi
ammortizzatori spostano (in larga parte) sulla spesa pubblica, e sulla
corrispondente tassazione a carico di tutti, il costo transitorio dei minori
livelli retributivi, cioè in attesa di trasformare la situazione in
chiusure-delocalizzazione-disoccupazione "ufficiale", ovvero in
reinquadramenti dell'intero personale aziendale.
Certo che poi, per chi
si fosse trovato, e si trova, a fare l'imprenditore sulla domanda interna, il
crollo deflattivo generale, rende la situazione più che disperata: esiziale
direi.
Gli assets
patrimoniali che avrebbero "garantito" i creditori non possono che
perdere di valore, fino a deprezzamenti che non hanno certo finito di
manifestarsi nella loro "geometrica potenza".
Tutto questo significa
DEINDUSTRIALIZZAZIONE e corrispondente destrutturazione irreversibile della
democrazia costituzionale (rinvio al post su Rodrik e Chang).
E rammento che il
sistema delle PMI sorge e prospera sull'ancoraggio al territorio del modello
della GRANDE INDUSTRIA PUBBLICA, in violento corso di DISMISSIONE (cioè la
deindustrializzazione più intensa e più €uropea che si manifesta col vincolo
esterno da oltre 20 anni).
L'indotto, diretto o
indiretto, della grande impresa pubblica sul territorio, CORRISPONDE AL MODELLO
COSTITUZIONALE. Cioè al legame tra artt.41, 45 e 47 Cost.
SPERO VIVAMENTE CHE
SALVINI, NELLA SUA "LUNGA MARCIA" POSSA COMPRENDERE QUESTO ASPETTO
FONDAMENTALE.
Se ne gioverebbe
l'Italia tutta, senza esclusioni...
Roby Bury25 febbraio 2015
10:02
...in tutta sincerità: il Legislatore con il Concordato mi ha
"aiutato" (ma mi è anche costato) a tirarmi fuori dal
"fango" ma, l'intento perseguito dallo "stesso" è quello di
spingere a rimettersi "in carreggiata"... IO PERÓ L'IMPRENDITORE NON
VOGLIO PIÚ FARLO. :(
(*stiamo distruggendo
(senza volontà di farlo) il paese!!)
L'anagramma di RITMO
in bocca a Renzi fa PAURA.
Ciao Quarantotto, vorrei fare alcune semplici riflessioni sulla
produttività, sul lavoro e sul rapporto Lavoro/capitale. Questi miei pensieri
di sicuro poco orginali non provengono da particolari studi, ma solo da una
piccola esperienza personale.
Proviamo a immaginare quello che diceva un piccolo
imprenditore/artigiano negli anni 70/80 e di cosa si lamentava." Io assumo
un giovane uscito dalle professionali, lo formo, gli insegno un lavoro, perdo
il mio tempo e quando questo è produttivo ( mi fa guadagnare) se ne va in una
azienda più grande, la quale trarrà beneficio ( economico) di quello che gli ho
insegnato io."
Da questo banale pensiero possiamo estrarre alcune
considerazioni economiche.
1) il piccolo imprenditore non si lamentava del costo del lavoro
2) Era consapevole che la produttività di un agente lavorativo
aumentava con il tempo e quindi se lo stabilizzava (lavoro a tempo
indeterminato)
3) che il suo guadagno lo realizzava, non comprimendo il costo
del lavoro, ma dalla produttività del lavoratore, la quale aumentava con
l'esperienza, ed aveva un valore sia materiale, ma anche immateriale, veniva
trasmessa agli altri lavoratori meno esperti.
4) Il lavoratore preferiva l'Azienda grande rispetto alla
piccola unità, perchè meglio retribuito, più tutelato e meno stressato.
Scusa se viene fuori il mio lato popolano, "ma
l'imprenditore che non sa far di conto, perchè se sapesse far di conto non
farebbe l'imprenditore" ( definizione data da un imprenditore che negli
anni 70 aveva un azienda di 300 addetti) sapeva bene come fare il suo
interesse.
Poi dagli anni 80 si è iniziato ( e qui il mondo accademico non
è immune di colpe) a dire in modo ossessivo e parossistico in tutte le salse
mediatiche che il problema dell'Italia era l'alto costo del lavoro, quindi la
soluzione era di abbassarlo, ma costo del lavoro e produttività sono
intimamente connesse, se si abbassa il primo si abbassa anche il secondo. Es
negli anni 80 abbiamo avuto molte ristrutturazioni dei grandi complessi
industriali. Quale strada si è scelta? Quella dei prepensionamenti, si
lasciavano a casa le persone più anziane, le più costose per l'azienda, ma
anche quelle con maggior esperienza e quindi con maggior professionalità e
produttività. (Parte del costo di tale scelta ricadeva sulla comunità)
Poi negli anni novanta è stata coniata la nuova parola magica LA
FLESSIBILITA', anche per questa crociata si è assoldato il mondo accademico ,
che con dotte spiegazioni nei Talk Show decantava la magnificenza di un mondo
precarizzato. Questo processo secondo me ha raggiunto le massime vette
d''irrazionalità e d'ipocrisia con quel docente che nelle trasmissioni
televisive lodava i magici effetti della flessibilità ( precarizzazione) e
contemporaneamente, in un suo studio affermava che uno dei motivi del declino
della produttività italiana coincideva con l'inizio della flessibilità.
Ora non ci vuole un luminare per capire che se io mantengo un
ragazzo precario per 10/15 anni altro non sto facendo che distruggergli le sue
future capacità professionali, inibisco il suo processo di crescita, non solo
lavorativa, ma gli impedisco la sua crescita umana, la possibilità di farsi una
vita, di sposarsi, di fare dei figli di contribuire alla perpetuazione della
specie.
Concludo perchè altrimenti vado troppo oltre, ma coloro che si
preoccupano di efficientare il sistema produttivo italiano, probabilmente non
hanno mai visto una fabbrica e se ci andassero a lavorare non resisterebbero in
certi siti produttivi nemmeno un giorno.
Le Fabbriche sono si luoghi produttivi e di crescita professionale,
ma alcune di loro sono anche luoghi di MORTE E DI MUTILAZIONI FISICHE E MORALI.
Sì, le fabbriche non le hanno mai viste; questi studiosi,
preferibilmente "bocconiani", (poi divenuti iconici della "nuova
sinistra"), sono esperti di finanza. E nella finanza realizzano gli
incarichi più prestigiosi e remunerativi, a scorrene i curricula. E chi non ha
ancora queste "opportune" connessioni aspira con tutto se stesso ad
averle.
C'è però anche da dire
che gli imprenditori (che non sanno far di conto), non si sono premuniti, nel
loro bagaglio culturale, di connettersi al sistema immunitario costituzionale,
abboccando alla vulgata che fosse a loro avverso perchè "comunista".
La lettura delle norme costituzionali ci dice esattamente il contrario (ti
rinvio alla risposta fornita a Roby Bury).
A tutt'oggi, peraltro,
continuano a non leggere e a non capire quelle stesse norme, che pure sono il
loro estremo baluardo di difesa (ormai disperata).
fonte: Orizzonte48