PAGATORE ILLIMITATO DI ULTIMA ISTANZA
Questa
moneta unica rappresenta una delle questioni di maggiore divisione nel Paese.
Il motivo non è tanto la difficoltà dell’argomento, di per sé abbastanza
semplice seppur policromatico, ma la persistente mala fede di certa politica
(nostrana e sovranazionale) e di certi gruppi di potere che dominano il pianeta
(quei gruppi oligarchici che decidono il destino di centinaia di milioni di
persone senza alcuna legittimazione democratica).
Con
questo mio articolo cercherò di rendere l’argomento “Euro” semplice e
comprensibile a tutti, evitando – volutamente – tecnicismi, argomentazioni
scientifiche ed eccessivi approfondimenti.
In
soli 8 punti, e con un linguaggio molto semplice, cercherò di spiegare il
perché questa moneta unica rappresenti un vile attentato al benessere dei
popoli europei, e lo farò come se dovessi spiegarlo a mia figlia di un anno.
1) Uno
Stato a moneta sovrana è il legittimo ed unico titolare della propria moneta,
quindi crea e dispone liberamente della stessa sia per far fronte alle problematiche
economico-sociali dei propri cittadini, sia per far fronte al proprio debito
pubblico, il quale non costituisce mai un problema in quanto è lo Stato
medesimo che genera quella stessa moneta occorrente a “pagare” il debito,
quindi non deve chiederla in prestito a nessuno. Uno Stato a moneta sovrana
genera moneta dal nulla! Ciò detto, la domanda nasce spontanea: come fa uno
Stato a sovranità monetaria a creare moneta dal nulla? Semplice: pigiando il
tasto di un computer del Ministero del Tesoro o della Banca Centrale. Costi per
lo Stato? Zero!;
2) In
uno Stato a moneta sovrana, la Banca Centrale (o il Ministero del Tesoro) funge
da prestatrice di ultima istanza. Cosa significa “prestatrice di ultima
istanza”? Significa che quando lo Stato deve onorare il proprio debito pubblico
(rappresentato dal capitale investito dai cittadini nei Titoli di Stato, più
gli interessi), non va a chiedere i soldi alla collettività (lo potrebbe fare,
anzi lo fa, ma si ferma quando comprende che le tasse sono troppo alte e i cittadini/imprese
potrebbero risentirne), ma “stampa moneta”, cioè si rende fattivamente e
concretamente garante di quel debito senza “massacrare” i propri cittadini; in
altre parole è lo Stato medesimo che “acquista” il proprio debito facendosi
carico dello stesso. Costi per lo Stato? Zero! A tal proposito, tanto per
essere chiari, il capitale relativo ai Titoli di Stato non viene mai realmente
restituito dallo Stato all’investitore, e questo per due motivi molto semplici.
Esempio: il cittadino X, nell’anno 0, acquista un Titolo di Stato a scadenza
decennale di valore C, con un tasso di interesse allo T% (in pratica si tratta
semplicemente di un pezzo di carta con su scritto “Titolo di Stato”) Bene.
Trascorsi i dieci anni, X ha due possibilità: a) rinnovare il suo Titolo di
Stato per altri dieci anni, quindi zero costi per lo Stato; b) decidere di
richiedere allo Stato la restituzione del capitale investito dieci anni prima
nel Titolo, più gli interessi maturati. In quest’ultimo caso, lo Stato cosa fa?
Vende il Titolo di Stato di X ad un altro investitore, Y, e con il denaro con
il quale Y paga quel Titolo (cioè investe i suoi soldi in quel Titolo), lo
Stato restituisce il capitale all’investitore X. Costi per lo Stato? Zero! E
gli interessi? Nessun problema: lo Stato a moneta sovrana li paga pigiando
quello stesso tasto del computer che si trova al Ministero del Tesoro o alla
Banca Centrale. In tal modo lo Stato crea, sì, debito, che però rappresenta
ricchezza concreta per i cittadini e non costituisce alcun problema perché – e
lo ribadisco – è lo Stato stesso che genera quella medesima moneta con la quale
garantisce e “paga” quel debito;
3) Negli
Stati a moneta sovrana le tasse NON servono a pagare gli ospedali, le scuole,
gli stipendi dei dipendenti pubblici, le pensioni etc… negli Stati a moneta
sovrana le tasse servono solo a non creare altro debito pubblico. Punto! Negli
Stati che invece non godono di sovranità monetaria (i 19 Stati dell’Eurozona),
le tasse servono (anche) per far fronte alla spesa pubblica, quindi per pagare
gli stipendi dei dipendenti pubblici, gli ospedali, le scuole, le pensioni, i
servizi pubblici essenziali etc… Se non si comprende questo concetto, non è
possibile comprendere l’intera questione Euro;
4) Ciò
premesso, tutti gli Stati dell’Eurozona quando devono pagare gli stipendi degli
insegnanti, le pensioni, gli ospedali, i servizi pubblici, assumere nuovo
personale etc (in pratica quando devono far fronte alla spesa pubblica), non
disponendo di sovranità monetaria, vanno a cercarsi la moneta. Come? In due
modi: a) tassando i cittadini fino al loro collasso, quindi introducendo nuove
imposte e tasse o aumentando quelle già esistenti, introducendo sistemi
giacobini di accertamento fiscale e di lotta all’evasione, quindi limitando
l’uso del denaro contante, spiando i conti correnti dei cittadini e le loro
spesucole quotidiane, e così via… b) chiedendola in prestito alle banche
private, le quali, prima di prestarla allo Stato che ne fa richiesta, valutano
con la lente di ingrandimento l’affidabilità dello Stato stesso a poterla
restituire (con gli interessi), quindi fissano i tassi di interesse mettendoci
in competizione con gli altri Stati (e qui si collocano le famigerate
valutazioni delle Agenzie di rating che fanno tremare i Governi). Esempio: la
differenza tra il tasso di interesse applicato alla Germania (ritenuta più
affidabile) e quello applicato all’Italia (ritenuta meno affidabile)
costituisce lo spread (o differenziale), cioè quell’entità “terroristica” in
nome della quale l’UE ha sacrificato le democrazie di Grecia, Italia, Spagna
etc… Bene, anzi male! Ciò fatto, una volta che lo Stato ha preso in prestito la
moneta dalle banche private, dovrà successivamente a queste restituirla
maggiorata dagli interessi. Ma se lo Stato non gode di sovranità monetaria, da
dove la va a prendere la moneta (gravata dagli interessi) per poterla
restituire alle banche private? La risposta è semplice: dai cittadini, quindi
attraverso l’aumento delle tasse e delle imposte, tramite una lotta giacobina
all’evasione fiscale nei confronti dei piccoli e non degli squali (quindi
redditometro, spesometro, controllo sui c/c dei cittadini etc…), ponendo in
essere tagli selvaggi allo stato sociale (quindi alle voci di spesa pubblica
più delicate come le pensioni, l’università, la sanità, la giustizia etc…),
attraverso l’innalzamento dell’età pensionabile e così via…;
5) In
passato, durante i periodi di crisi, gli Stati a moneta sovrana “aggiustavano”
i cambi tra la propria moneta e le monete degli altri Stati, cioè facevano leva
sulla svalutazione monetaria. In questo modo, con una propria moneta svalutata,
si verificava la conseguenza che i prezzi delle merci da esportare si
abbassavano rispetto alle stesse merci prodotte all’estero, con il conseguente
aumento delle esportazioni. Pertanto, se le aziende esportavano più prodotti
perché più competitivi rispetto ai prodotti esteri, necessitavano di maggiore
forza lavoro (più personale), quindi maggiore occupazione = maggiore numero di
cittadini che percepiscono un reddito, quindi + consumi e + investimenti
privati (vedesi Keynes). Oggi, con questa moneta unica, essendo stati fissati i
tassi di cambio irrevocabili tra l’Euro e le monete nazionali degli Stati
aderenti (i c.d. cambi fissi), gli Stati dell’Eurozona – per essere competitivi
– non possono più far leva sulla svalutazione della moneta. Ciò detto, come
fanno gli Stati della zona euro ad essere competitivi, non potendo far leva
sulla svalutazione monetaria? La risposta è semplice: attraverso la
svalutazione del lavoro, cioè tramite la riduzione dei salari e
dell’occupazione a beneficio dell’abbassamento dei prezzi delle merci da
esportare!;
6) Se
negli Stati a moneta sovrana la Banca Centrale funge da prestatrice di ultima
istanza, negli Stati della zona euro la BCE non svolge questa funzione,
lasciando che siano i cittadini a “vestire i panni” di prestatori di ultima
istanza. Ciò detto, che ruolo ha la BCE? E’ semplice: funge unicamente da
guardiana della stabilità dei prezzi! Mentre la Banca Centrale di uno Stato a
moneta sovrana garantisce integralmente il proprio debito pubblico senza alcun
problema di default (e non potrebbe essere altrimenti come si è già visto), la
BCE non garantisce nulla, infatti ciascuno Stato dell’Eurozona deve esso stesso
garantire il proprio debito pubblico, senza disporre di sovranità monetaria!
Come fa uno Stato che non dispone di sovranità monetaria a garantire (e pagare)
il proprio debito pubblico? Semplice: tassando i cittadini fino alla loro
totale spremitura, inasprendo oltremisura gli strumenti di accertamento fiscale
nei confronti delle imprese, degli artigiani, dei piccoli commercianti e dei
giovani professionisti, innalzando l’età pensionabile e riducendo la spesa
pensionistica, riducendo le assunzioni nel pubblico impiego, tagliando le voci
di spesa pubblica più sensibili quali la sanità, la giustizia, la scuola e così
via… Una vera e propria pazzia, ma è così! In pratica, negli Stati
dell’Eurozona, la funzione di prestatrice di ultima istanza non è esercitata da
una Banca Centrale bensì dai cittadini. La BCE, nella sostanza, non è una vera
e propria Banca Centrale!;
7) Con
l’avvento dell’Euro, la moneta è generata (o stampata, se vi piace di più)
dalla BCE, anzi, più precisamente dalle Banche Centrali di ciascuno Stato
d’accordo con la BCE. A chi è destinata questa moneta? A ciascuno Stato
(Governo) dell’Eurozona? Assolutamente no! Gli Stati della zona euro sono
costretti a chiederla in prestito alle banche private (che stabiliscono i tassi
di interesse a seconda dell’affidabilità dello Stato richiedente, mettendolo in
competizione con gli altri Stati) e a queste debbono successivamente
restituirla con gli interessi (vedesi i meccanismi di cui sopra);
8) Checos’è il QE (Quantitative Easing) che la BCE – quindi Mario Draghi – ha
annunciato nel gennaio di quest’anno? Tradotto significa “alleggerimento
quantitativo” del debito pubblico, cioè la BCE ha annunciato che provvederà ad
“acquistare” (quindi a garantire) fette di debito pubblico di ciascuno Stato
dell’Eurozona, liberando (solo in teoria) ciascuno Stato della zona euro di
fette del proprio debito pubblico, quindi (sempre in teoria) ciascuno Stato
avrà a disposizione maggiore liquidità per far fronte ai problemi
socio-economici dei propri cittadini. Questo solo in teoria, infatti nella
pratica le cose stanno molto diversamente: al fine di poter porre in essere la
misura non convenzionale del QE, Draghi è dovuto scendere a compromessi
accettando alcuni limiti imposti dalla Germania. In pratica, per dirla con
parole semplici, di quelle fette di debito pubblico di cui ciascuno Stato sarà
“alleggerito” grazie al QE, solo il 20% sarà garantito dalla BCE, mentre il
restante 80% dovrà essere garantito dalle Banche Centrali (che Centrali non
sono) di ciascuno Stato dell’Eurozona. A questo punto la domanda è d’obbligo:
come farà ogni Banca Centrale di ciascuno Stato a garantire l’80% di quella
fetta di debito pubblico (che come abbiamo visto è solo virtualmente
alleggerita) se non dispone di sovranità monetaria? La risposta è talmente
semplice che la lascio al lettore. Bisogna tuttavia ammettere che il QE, anche
dopo essere stato semplicemente annunciato, ha iniziato a produrre l’effetto
positivo di una svalutazione competitiva dell’Euro nei confronti del dollaro,
ma è un effetto che non risolverà affatto i problemi degli Stati dell’Eurozona,
i quali, soffocati in ogni caso dai vincoli forcaioli e dai parametri capestro
dettati dai Trattati dell’UE (vedesi ad esempio Trattato di Maastricht e Fiscal
Compact), oltre che da una moneta “straniera” che devono continuare a chiedere
in prestito alle banche private e restituirla gravata dagli interessi, saranno
destinati al default, oppure, nella migliore delle ipotesi, alla distruzione
dello stato sociale, del benessere collettivo e – soprattutto – della
democrazia costituzionale e del lavoro.
***
Ciò
detto, nonostante l’eccessiva semplicità con cui ho affrontato l’argomento,
nutro il fondato timore che ci possa essere qualcuno che farà finta di non aver
capito. A tal proposito, riporto qui di seguito un frammento di un discorso di
centocinquanta anni fa dell’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Abraham
Lincoln: “Il Governo non ha necessità né deve prendere a prestito capitale
pagando interessi come mezzo per finanziare lavori governativi ed imprese
pubbliche. Il Governo deve creare, emettere e far circolare tutta la valuta ed
il credito necessari per soddisfare il potere di spesa del Governo ed il potere
d’acquisto dei consumatori. Il privilegio di creare ed emettere moneta non è
solamente una prerogativa suprema del Governo, ma rappresenta anche la maggiore
opportunità creativa del Governo stesso. La moneta cesserà di essere la padrona
e diventerà la serva dell’umanità. La democrazia diventerà superiore al potere
dei soldi”. Queste parole furono pronunciate da Lincoln nel 1865. Quello stesso
anno venne assassinato.
Tutto
ciò premesso, voglio proprio vedere se c’è ancora qualcuno che mi scrive
dicendomi che questo Euro è irreversibile! Sono altresì curioso di vedere se
qualche ostinato difensore della moneta unica continua a dire che l’Euro è
stata una conquista per l’Europa, per la democrazia e per il benessere dei
popoli!
Chiedo
scusa al lettore perché mi rendo conto – in merito all’argomento sinora
trattato – sia di aver sensibilmente sacrificato gli aspetti tecnici e
scientifici, sia di aver utilizzato un linguaggio molto semplice e diretto, ma
quanto scritto fin qui è frutto delle mie ricerche e delle mie pubblicazioni
degli ultimi due anni. Per chi volesse approfondire l’argomento o avere un
riscontro scientifico a quanto sinora premesso, potrà consultare il mio ultimo
libro intitolato: “Il Male Assoluto […]” – Editrice GDS, ottobre 2014 (nuova
edizione febbraio 2015).
Molti economisti specie americani ci hanno detto allora guardate che non ci riuscirete, non vi funzionerà, se vi succede qualche problema che magari investe uno solo dei vostri paesi non avrete gli strumenti centrali che per esempio noi negli Stati Uniti abbiamo: che può intervenire il governo centrale, riequilibrare con la finanza nazionale le difficoltà delle finanze locali. la vostra banca centrale se non è la banca centrale di uno stato non può assolvere alla stessa funzione a cui assolve la banca centrale di uno stato, che quando lo stato lo decide diventa il pagatore senza limiti di ultima istanza.
In realtà noi non abbiamo voluto credere a questi argomenti, abbiamo avuto fiducia nella nostra capacità di autocoordinarci, abbiamo addirittura stabilito dei vincoli nei nostri trattati che impedissero addirittura di aiutare chi era in difficoltà e abbiamo previsto che l'Unione Europea non assuma la responsabilità degli impegni degli stati, che la banca centrale non possa comprare direttamente i titoli pubblici dei singoli stati, che non ci possano essere facilitazioni creditizio finanziarie per i singoli stati, insomma moneta unica dell'eurozona ma ciascuno deve essere in grado di provvedere a se stesso.
Era davvero difficile che funzionasse e ne abbiamo visto tutti i problemi.
Insomma abbiamo avuto al potere dei pazzi criminali che hanno giocato con le vite di milioni di persone portando avanti un esperimento insensato e crudele fallito in partenza, sapendo perfettamente che era una scommessa persa.
Qualcuno sa il reddito di costui?